Myspace Layouts at Pimp-My-Profile.com / Black&table
La mia vita è un'interpretazione. Mi sveglio la mattina pensando al nulla, mi sento in forma solo quando intorno a me noto la distruzione materiale delle cose e allora mi rendo conto che in quelle macerie sono felice. Spogliata da tutti i miei beni, affamata, assetata, impaurita, ma felice perchè tutte quelle macerie sono dubbi crollati e prima legati ai miei sogni, che mi infastidivano, mi affannavano, mi facevano sentire diversa. Ora quei miei sogni si avverano, uno per volta. Ma la distruzione non è mai avvenuta. E quindi, pretendo almeno e ancora di sognare. Ma forse la mia è paura di reagire, o forse solo la mancanza di forze necessarie per esplodere. Cosa vuol dire esplodere? Forse sentire il bisogno di gridare, di battere la testa mille volte contro il muro, o semplicemente parlare: esiste qualcuno al mondo capace di ascoltare? Fumo. Non esiste nessuno al mondo capace di donare parole senza aggiungere la solita frase "ma io avrei fatto..." - "se fossi al tuo posto..." chi? ovvio, sempre tu! La mia verità rimane un'illusione per tutti, principalmente per la mia stessa testa che alle volte neppure crede ai miei suoni, alle mie lacrime, ai miei mille rumori cercando di svegliare qualcuno in una tana chiamata gabbia, o meglio, una gabbia chiamata casa. La dimora della mia verità non esiste, perchè effettivamente la verità assoluta non esiste e non ho ancora sviluppato la giusta presunzione creandomi una bugia per spiegare la mia verità a quelle persone che ti guardano cercando di capire, che ti sorridono fingendosi un amico, che ti fissano con sguardo attento e severo come se avessi commesso chissà quale omicidio, eppure è solo il tuo essere normale ad apparire agli altri strano. Continuano a ballarti intorno fin quando tu decidi di smettere e spegnere ogni riflettore, di rintanarti di nuovo in quella "casa" e sfacciatamente sorridere ad ogni disavventura: anche se dentro muori! Qual è il motivo? In realtà ogni minuto della mia vita è speso bene... battendo l'aria. Ogni ora che passa è come se fosse un'eternità dalla quale posso sfuggire morendo. Consapevole del fatto che c'è vuoto intorno a me, ma nonostante tutto: amici, parenti, conoscenti, mille persone, mille nomi, mille sguardi attenti e severi, nessuno dei quali si è mai chiesto il "mio" motivo. Nessuno dei quali ha mai smesso di scrivere della propria vita: proprio come me... ma anche no! Non c'è forte motivazione che mi spinge a gridare il mio motivo. Ora. Quì! Mi copro addosso un ruolo che non mi appartiene, quasi come se fossi una grande attrice, ma una da Oscar. Quando mi sorridono io ricambio, quando mi salutano io ricambio, quando mi parlano io emetto suoni imbarazzanti e strani, certo, non come quelli di un animale, ma è proprio allora che penso e dico "vorrei essere un pesce, anzi no, un cane, ehm... un gatto?" beh, solo Emma mi basta. Emma? Sì, Emma. "E chi sei?". L'eterna e sconvolgente pesantezza di pensieri, muro di cemento armato con il resto della Popolazione, emarginata nel suo essere presente in ogni circostanza, disarmante ingenuità che spinge all'imbarazzo totale! Non è diversità , è solo forza di combattere per essere sè stessa e dimostrare che Emma è qualcuno: assetata, affamata, impaurita... ma nel suo castello mentale, fatto di flash, di penne, di fogli, di suoni, di immagini lente e di macerie, Emma ci sta bene! Emma scrive per campare. Lei non è una brava attrice, non ha ancora capito il trucco per stare bene. Tende la mano, e se la ritrova spezzata! Emma scrive ancora per campare.Emma Caterino