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Feurio (sordide sentimental)

About Me


Oh, I'd still give you blood
Just to paint your lips If you should wish them red
"Anything will be alright
If you come out
in the night"

In pillole.
La prima boccata di fumo, a sigaretta appena accesa. Poggiare il palmo sul ginocchio nel piegarmi per curiosare nella scaffalatura attigua al pavimento, nei negozi di dischi. Tenere il tempo col tacco, quando comincia quella canzone che conosco. Giocare con le lattine vuote. Cantare in strada, spalla a spalla. Le cose che succedono solo quando albeggia. Disegnare profili adunchi modulando la linea d'inchiostro. Premere i polpastrelli contro le altrui clavicole. I lividi che scopri la mattina dopo i concerti migliori. Percorrere le gallerie d'arte a ritroso. I ritornelli che tutti conoscono, 'che anche se quella canzone è troppo bella e troppo sputtanata un accenno di senso d'appartenenza lo senti comunque. Riscoprire. Trovarsi per qualche inindagabile motivo in piazzale Loreto quando credi di esserti perso in mezzo alle vetrine di paccottaglia cinese. Riconoscersi nelle fotografie. Le persone con gli occhi di Blixa Bargeld. Conoscere, non è fondamentale capire. La parola "dicotomia". Le sentenze spietate e gli sguardi gentili. Le scapole alate protese sopra la vaga concavità di una schiena. Quando le tende si gonfiano come vele. Essere ancora in grado di arrossire. Dire un sacco di stronzate di contorno e tacere i desideri. Assecondare pretese, non pretendere. Piangere solo per rabbia. L'ordine che si disfa e la grazia che si rivela. I dedali di casermoni delle periferie e poi all'improvviso lunghissimi campi. La pelle trasparente all'interno dei polsi. Riconoscere in mezzo alla piazza qualcuno che stavi aspettando. Le risate che ti scompongono i tratti. Capita che una canzone diventi un requiem. I tatuaggi che a un certo punto non riesci a trattenere sottopelle. L'umano che distrugge l'idolatria, qualora attraverso lo squallore. I baci pretesi. Le persone lucide. Le membrature delle cattedrali gotiche. Le membrature dei corpi gotici. La fronte corrugata di Nick Cave. Perdersi tra le nenie dei muezzin e ritrovarsi davanti ad una teofania tardobizantina. Non precludersi nulla e soprattutto non vedersi preclusi. Certe dita, che sono in grado di strapparti lo stomaco. Sentirsi osservati. Le potenzialità confermate. I rapporti umani che non si sgretolano alla prima luna storta. Quelli che ti cercano anche dopo le nove del mattino. Ingannare la schiavitù della necessità cinque minuti in più. Funzionare a caffè. Camminare. Smettere di bere. Non rassegnarsi all'ozio. Realizzare di desiderare qualcosa, ancor più che ottenere quel che desideravi. Le sonorità epilettiche. Quelli che vivono in fretta e si innamorano piano. Le sei del pomeriggio del venerdì. Essere in grado di dare spiegazioni. Le sinestesie. L'amore per le virgolette. Non procrastinare. Darsi più che dare. Gli estranei che ti rivelano qualcosa di intimo, specie se non li rivedrai mai più. La stazione centrale. La conclusione del Tractatus logico-philosophicus. Il nero. La sovrapposizione della voce di Ferretti in Annarella. Quelli che ti fanno domande. Le giacche con le marsine. Gli europei, gli italiani, lo schifo, il cannibalismo negli stati socialisti, i tacchi di Berlusconi, la storia, il telegiornale, tu, io, cinque tazzine di caffè.

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